Turismo lento e valorizzazione della biodiversità per il rilancio delle aziende agrituristiche

I dati Istat sull’andamento delle attività agrituristiche in Emilia-Romagna indicano che il bilancio tra agriturismi che chiudono e aziende che scelgono, invece, di innovare con nuove proposte e attività è negativo. Nel 2023 le aziende agrituristiche erano circa 1220 con una perdita di poco più del 2% rispetto al 2022: una tendenza che la Regione ha cercato di limitare con uno stanziamento di 12,1 milioni di euro per progetti di diversificazione e sviluppo delle attività agrituristiche, mirati a contrastare lo spopolamento delle aree rurali e incentivare la crescita economica.
Nel ferrarese le aziende agrituristiche nel 2023 erano 61 e il problema, secondo Cia-Agricoltori Italiani Ferrara non è tanto il calo delle strutture, ma la loro presenza così esigua in un territorio che ha, invece, enormi potenzialità di fruizione turistica e può generare crescita e reddito nelle aree interne. Un esempio arriva dall’esperienza dell’agriturismo Prato Pozzo che nell’argentano sta incrementando notevolmente la sua attività, grazie all’anello ciclabile che unisce l’argentano a Comacchio, come spiega il titolare Stefano Ravaglia: “Dalla ciclabile che qualcuno ha definito, non a torto, una delle più belle d’Italia transitano nel fine settimana circa 600-700 ciclisti che sono un “patrimonio” turistico significativo. La domanda di ristorazione è naturalmente aumentata e di conseguenza anche la nostra offerta, che ora prevede un vero menu del ciclista: pasto genuino, nutriente e leggero adatto per chi deve comunque pedalare. Organizziamo anche forme di ristoro veloci per gruppi che vogliono fare una sosta brevissima magari a metà mattina che potrebbe diventare in futuro un vero e proprio punto di ristoro fisso aperto anche al mattino. Siamo molto contenti di questo indotto che dimostra come le infrastrutture per la fruizione turistica “fatte bene” possono far crescere l’economia delle aree interne: basta pensare che di fronte alla mia azienda ha già aperto un bar che fornisce pasti veloci e con il quale non ci facciamo concorrenza perché se i turisti ci sono lavoriamo tutti.”
“L’esempio dell’agriturismo Prato Pozzo ci insegna che a una valorizzazione del turismo lento efficace – afferma il presidente di Cia Ferrara, Stefano Calderoni corrisponde spesso a una crescita delle aziende agrituristiche e multifunzionali e indica una strada molto precisa, che potrebbe trasformare il turismo rurale delle aree interne del territorio. Noi possediamo, è quasi banale ricordarlo, un patrimonio di biodiversità, ambientale e artistico che non ha nulla da invidiare a quello di altre provincie o di altre regioni più “blasonate”, eppure non c’è nel ferrarese una “cultura” dell’agriturismo radicata. Ci sono, è vero, eventi per la fruizione lenta del territorio come la rassegna Primavera Slow e proposte arrivano dai Gal e dal Parco del Delta che si impegna molto per promuovere le attività ma evidentemente il turista, soprattutto straniero, vive ancora prevalentemente queste aree come luoghi di passaggio per andare al mare e non per fermarsi come accade nella Camargue francese, che ha le stesse caratteristiche del nostro Delta. Questo porta le aziende a non scegliere la multifunzionalità e l’agriturismo, probabilmente per l’assenza di un mercato turistico allettante. Ma la ciclabile Argenta-Comacchio ci dimostra che quel mercato esiste e si può intercettare, grazie a uno sforzo congiunto e politiche di valorizzazione efficaci, costanti e coordinate tra i diversi enti del territorio.”