PARMA

Pomodoro da industria, basse rese ma qualità da record

pomodoro da industria

PARMA  – La campagna di raccolta del pomodoro nel Nord Italia è quasi conclusa, ma registra alcune difficoltà, che si sono presentate già a partire dai trapianti, avviati in primavera. Sono queste in sintesi le valutazione dell’OI Pomodoro da Industria Nord Italia. Gli agricoltori, a maggio, hanno dovuto fare i conti con le piogge persistenti-prosegue la nota dell’Oi, molti trapianti sono slittati a giugno e per questo il raccolto si protrarrà anche a settembre.

Giugno, invece, si è caratterizzato per una forte instabilità metereologica, che ha esposto le piantine al rischio di patogeni. Il grande caldo, che ha caratterizzato la metà di luglio e il mese di agosto, poi, ne ha ostacolato la crescita. Alla data del 4 settembre, è stato raccolto poco più del 50% del pomodoro contrattato, una percentuale inferiore rispetto all’andamento medio dell’ultimo quinquennio nella stessa settimana. Sia i produttori agricoli sia i trasformatori stanno facendo i conti con le basse rese, che da dichiarazioni delle Organizzazioni di Produttori sono in media pari a 60t/ha contro le 74 t/ha medie registrate dall’OI Pomodoro da Industria Nord Italia nell’ultimo quinquennio. Le quantità di pomodoro raccolte sono inferiori alle aspettative e questo fa presagire un ammanco di prodotto a fine campagna rispetto alle quantità contrattate. Ma la qualità del pomodoro è elevata: il grado brix è pari a 5,12 (un valore record mai registrato nel nord Italia).
In questo contesto gli agricoltori hanno dovuto sostenere alti costi in campo per difendere le piante di pomodoro da possibili malattie, ma restano comunque basse le rese di produzione, causando un mancato reddito per gli agricoltori. Allo stesso tempo, i ridotti quantitativi di pomodoro che giungono alle industrie non permettono alle imprese di far lavorare le linee a pieno regime, generando basse rese di trasformazione con il conseguente aumento dei costi. Si prospetta, quindi, un buon numero di superfici programmate per la raccolta a settembre, mese in cui l’esito produttivo è quanto mai incerto. 

Si potrà infatti proseguire con la raccolta se il tempo continuerà a essere stabile, mentre si potrà determinare un ulteriore ammanco di prodotto se il meteo non consentirà la maturazione e la raccolta del pomodoro.

“La campagna 2024 è condizionata da due criticità: la piovosità e l’assenza di un Contratto Quadro d’Area. La piovosità ha determinato alti costi e base rese in campo che stanno causando uno sbilanciamento tra costi e ricavi per i produttori agricoli. Parallelamente -commenta Tiberio Rabboni, presidente dell’OI Pomodoro da Industria Nord Italia – ha causato l’aumento dei costi industriali per le imprese di trasformazione. Congiuntura che si verifica in un momento in cui il mercato internazionale è saturo di derivati del pomodoro con una prevedibile diminuzione dei prezzi. Nonostante l’assenza del Contratto Quadro d’Area le regole condivise dell’OI hanno consentito comunque alla filiera di acquisire tutte le informazioni necessarie per affrontare la campagna in maniera organizzata. Tuttavia, ritengo fondamentale che il dialogo fra le parti inizi immediatamente al termine della campagna di raccolta per raggiungere al più presto l’Accordo Quadro d’Area 2025. In questo contesto – prosegue Rabboni – considerate le avverse e imprevedibili condizioni meteo che stanno caratterizzando gli ultimi anni, sarebbe auspicabile un diverso approccio del meccanismo delle coperture assicurative. Sarebbe utile che venga dichiarato lo stato di emergenza legato agli eventi meteo puntualmente documentati dalle OP. Inoltre – conclude il presidente dell’Oi – a sostegno della competitività del nostro settore sui mercati internazionali, si pone la necessità di un adeguamento del premio accoppiato per i produttori del pomodoro da industria”.

pomodoro da industria, Tiberio Rabboni

WhatsApp chat
%d