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Mobilitazione per chiedere subito i danni da cimice asiatica

“Siamo di fronte a una situazione drammatica e per questo tutti gli agricoltori, indipendentemente dalla loro associazione di riferimento, devono manifestare per far emergere i gravi problemi che attraversano la nostra pericoltura. Perché non si tratta di qualche azienda frutticola che rischia di chiudere, ma di decine di migliaia di posti di lavoro che andranno in fumo e di un intero indotto economico che verrà a mancare” – ha detto Stefano Calderoni, presidente di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara, ai frutticoltori riuniti per fare il punto sull’annata produttiva e sui diversi problemi fitosanitari, primo fra tutti la cimice, e climatici che l’anno resa a dir poco disastrosa.

“Come sappiamo i danni sono enormi – continua Calderoni – e noi siamo impotenti perché non ci sono strumenti efficaci per combattere la cimice e la ricerca pubblica e super partes è all’anno zero.

Abbiamo sentito tante possibili soluzioni, alcune ritenute quasi miracolose come l’introduzione della vespa “Samurai”, ma il fatto è che questi fitofagi continuano a proliferare e a sottrarre reddito alle aziende agricole. E la mancanza di reddito non è un problema solo degli agricoltori, ma di un intero territorio, dei sindaci, dei sindacati agricoli e anche dei consumatori. Tutti devono rendersi conto che la nostra difficoltà è una difficoltà di una società che non avrà più impiegati stagionali in agricoltura e nemmeno prodotti italiani da portare in tavola. Allora – continua il presidente di Cia Ferrara – è ora di svegliarsi, di essere uniti, di attuare una mobilitazione generale senza bandiere o appartenenza perché siamo tutti nella stessa melma, dalla quale non riusciamo a emergere. Per questo la prossima settimana abbiamo convocato un coordinamento di Agrinsieme per decidere le prossime mosse perché credo che tutti dovremmo sederci intorno a un tavolo per discutere di azioni unitarie per il bene del comparto. In questo modo potremmo chiedere, con una voce più forte, interventi straordinari come è stato fatto per la Xylella in Puglia, che dovrebbero arrivare subito per consentire alle aziende agricole di pagare mutui, prestiti e personale. Avevamo già pianificato di incontrare il ministro Centinaio a Ferrara, ma ora questa situazione politica rende difficile qualsiasi mossa e purtroppo è un altro stop a quel sostegno immediato che servirebbe ai produttori. Se non faremo qualcosa mancheranno le aziende, il lavoro e mancheranno le pere italiane”.

Nei prossimi giorni Agrinsieme Ferrara scriverà anche ai sindaci del territorio, per sollecitare un loro intervento congiunto nei confronti della Regione Emilia- Romagna, come ha spiegato Massimo Piva, vicepresidente dell’associazione

“I sindaci devono rendersi conto di quanto vale l’agricoltura sul loro territorio e cercare di salvarla in tutti i modi, sollecitando in maniera congiunta la Regione perché ci fornisca degli strumenti di “emergenza”. Questa non è una battaglia di pochi frutticoltori ferraresi, ma una guerra globale di tutto il settore agricolo e si tratta di sopravvivere o soccombere. Purtroppo se non ci impegneremo in prima persona, mettendoci la faccia e non ci sarà un sostegno politico, dai Comuni alla Regione, fino a Bruxelles allora saremo davvero finiti.”

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