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Fondo Agricat: arrivati i risarcimenti, ma lo strumento va fortemente rivisto

FERRARA, 10 aprile – “Sono serviti due anni, un tavolo tecnico permanente per fare chiarezza sulle domande rigettate e non poche proteste da parte di aziende agricole e associazioni di categoria per veder arrivare sui conti correnti aziendali i risarcimenti per i danni subiti nel 2023 a seguito delle gelate tardive e dell’alluvione” – commenta  Stefano Calderoni, presidente di Cia Ferrara, per spiegare il lungo e travagliato percorso per ottenere gli indennizzi dovuti alle aziende per danni catastrofali assicurati da Agricat.

Parliamo del fondo mutualistico nazionale che copre i danni alle produzioni agricole causati da eventi atmosferici calamitosi e che sono gli agricoltori stessi ad alimentare, rinunciando al 3% dei contributi Pac. Nei giorni scorsi è stata stanziata una prima tranche di 11 milioni di euro per risarcire le aziende e altri 27 milioni dovrebbero arrivare a breve ma sempre troppo tardi per le necessità e i redditi delle aziende agricole.

“La nostra associazione – continua Calderoni – dopo una serie di problematiche e ritardi dovuti alle difficoltà nel riconoscere i danni e all’esclusione di aziende che avevano diritto ai risarcimenti, ha chiesto e ottenuto un tavolo permanente presso Ismea per verificare i dati ed arrivare, finalmente, a ottenere i giusti ristori. Oggi, dopo ben due anni dagli eventi calamitosi del 2023, le aziende agricole hanno visto arrivare in banca le cifre dovute e si tratta di un tempo che definire lungo è poco, soprattutto se pensiamo che la nostra agricoltura è in costante balia dei cambiamenti climatici, delle oscillazioni di mercato e ora anche della partita dei dazi che pare solo sospesa e non conclusa. Il caso di Agricat è poi emblematico perché voglio ricordare – spiega il presidente di Cia Ferrara – che i fondi che lo alimentano sono, di fatto, degli agricoltori che rinunciano a una quota di contributi della Pac. Non poterli ottenere in maniera equa e in tempi certi è un po’ come se una famiglia accantonasse dei risparmi per eventuali emergenze e poi non potesse disporne nel momento del bisogno. I ritardi, gli errori nel riconoscimento dei danni, la burocrazia sempre in eccesso, sono la cartina tornasole che questo sistema di protezione non funziona e va fortemente rivisto e migliorato, per dare più garanzie alle aziende quando sono in reale difficoltà, per preservare i redditi costantemente incerti e per consentire loro di continuare a produrre”.

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