FERRARA

COMUNICATI STAMPA FERRARA

La siccità è ormai uno “stato di calamità

“Non piove in maniera consistente da diversi mesi, il livello del fiume Po è ampiamente sotto lo zero idrometrico e manca la neve sul nostro Appennino. In poche parole siamo in una situazione di grave siccità, perché è in inverno che, come sappiamo, si fa scorta e si riempiono le falde. Si raccoglie, insomma, per il periodo successivo che richiederà una grande capacità irrigua. La siccità ormai non è più un’emergenza, ma uno “stato di calamità” permanente per le aziende agricole” – spiega Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara.

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Rifiuti abbandonati: agricoltori “spazzini” nelle campagne

FERRARA – “Il periodo delle festività natalizie significa, per gli agricoltori ferraresi, fare il doppio lavoro: svolgere la consueta attività agricola e quella di operatori ecologici e ambientali impegnati a raccogliere i mucchi di rifiuti abbandonati nei campi e lungo le strade”. Questo il commento di Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara, dopo le molte segnalazioni degli agricoltori del territorio sulla grande quantità di rifiuti abbandonati nelle campagne e sulla loro costante attività di raccolta e consegna alle isole ecologiche. Una consegna che è anche onerosa. 

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Festività natalizie

In occasione delle festività natalizie, dal 24 dicembre 2018 al 4 gennaio 2019 saranno aperti gli uffici di: Ferrara – 0532 978453/0532 978550 || Copparo – 0532 860617 || Argenta – 0532 800601 || Comacchio – 0533 53318

Domanda finanziamento Agrifidi


Agrifidi Modena-Reggio-Ferrara prosegue con il programma operativo che prevede agevolazioni per il finanziamento, in accordo con le banche convenzionate, al fine di aiutare le aziende agricole dell’Emilia-Romagna colpite dalle calamità atmosferiche che avranno difficoltà finanziarie per concludere l’annata agraria in corso ed affrontare la nuova.

Obiettivo di questa operatività straordinaria è cercaredi mettere le aziende  in condizione di affrontare serenamente, da un punto di vista economico, l’annata agraria ormai prossima, usufruendo di una forma di finanziamento che possa permettere di distribuire in più anni le spesenecessarie per portare a termine questa annata agraria, e iniziare la nuova.

Canapa: serve più ricerca colturale e maggiore chiarezza legislativa

Buona la partecipazione al convegno organizzato da Cia Ferrara a Portomaggiore. Grande interesse per la coltura, nonostante la poca chiarezza legislativa e scarse scelte varietali

Grande interesse e partecipazione, con agricoltori provenienti da tutta la regione, al convegno organizzato da Cia – Agricoltori Italiani Ferrara in collaborazione con la società C-Led (Gruppo Cefla), dal titolo “La canapa: nuove opportunità di coltivazione”, che si è tenuto lo scorso 4 dicembre a Portomaggiore (Fe). Un incontro informativo per conoscere le ultime novità legislative e colturali e capire se conviene investire su questa coltura che dominava l’agricoltura delle campagne italiane cinquant’anni fa.

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La canapa: nuove opportunità di coltivazione

Il prossimo 4 dicembre, a Portomaggiore (Centro dell’Olmo) ci sarà il convegno: “La Canapa: nuove opportunità di coltivazione”, organizzato da Cia-Agricoltori Italiani Ferrara, in collaborazione con la società C-Led. Un appuntamento per conoscere nuove modalità di coltivazione innovative e capire se una coltura “antica” può essere un’alternativa reddituale per le aziende agricole.

Locandina Canapa_DEF

Nuova Pac: gli agricoltori chiedono più risorse all’Europa

COMACCHIO (FE) – Diminuiranno i contributi europei a sostegno del settore agricolo? E ci saranno misure a sostegno della crescita? Sono questi i principali quesiti degli agricoltori che hanno partecipato ieri (22 novembre ndr) alla tavola rotonda “La nuova Pac: domande e risposte sulla riforma”, organizzata a Palazzo Bellini di Comacchio da Cia-Agricoltori italiani Ferrara, in occasione dell’assemblea provinciale.

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Tavola rotonda sulla nuova Pac, il 22 novembre a Comacchio

Un confronto tra esperti e agricoltori sulle novità e i punti critici della Pac, la Politica Agricola Comune europea, in previsione dei cambiamenti sull’erogazione delle risorse per il settore agricolo, che ci sarà dopo il 2020.  È questo il tema della tavola rotonda “La nuova Pac: domande e risposte sulla riforma”, organizzata da Cia-Agricoltori italiani Ferrara, in occasione dell’assemblea provinciale. L’appuntamento, aperto a tutti gli imprenditori agricoli ferraresi, è il prossimo 22 novembre a Palazzo Bellini di Comacchio (Fe) a partire dalle 18 e la tavola rotonda vedrà la partecipazione di: Herbert Dorfmann, componente della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo; Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo; Giuseppe Cornacchia, direttore Dipartimento sviluppo agroalimentare e territorio Cia Nazionale; Stefano Francia, presidente Agia (Associazione Giovani Agricoltori) nazionale e Claudio Ferri, direttore di Agrimpresa, che modererà l’incontro.

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Agrinsieme Ferrara: Parco Nazionale del Delta del Po, idea da rivedere

Agrinsieme Ferrara: Parco Nazionale del Delta del Po, idea da rivedere 

Preoccupazione da parte del coordinamento per la “nazionalizzazione” di un Parco che ha le sue peculiarità, perché coniuga biodiversità ambientale ed esigenze produttive

FERRARA – L’annuncio del ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che prevede l’inserimento del Parco del Delta del Po nella lista dei futuri Parchi nazionali, è stata accolta da Agrinsieme Ferrara – il coordinamento di Cia, Confagricoltura, Copagri e l’Alleanza delle Cooperative Italiane del Settore Agroalimentare (Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare) – con molta preoccupazione. Stupisce soprattutto per la modalità estemporanea con la quale è stata presa una decisione su un bene così importante per la comunità del Delta del Po.

“Il Parco del Delta del Po – spiega Stefano Calderoni, coordinatore di Agrinsieme Ferrara – è un’area naturalistica che non ha eguali nel nostro paese e non può essere equiparata, a livello legislativo e di gestione, ad altre aree protette italiane. Come è ben noto a chi in queste aree vive e lavora, si tratta, infatti, di un’area dove la biodiversità convive con l’attività agricola, che svolge un ruolo fondamentale nella salvaguardia idrogeologica del territorio. Si tratta di un equilibrio raggiunto negli anni, grazie anche all’impegno delle aziende a usare tecniche produttive a basso impatto ambientale, rispettando regole e vincoli che tengono conto della particolarità di quest’area. Il risultato è un Parco che viene valorizzato dal punto di vista ambientale – non per niente abbiamo ottenuto il Mab (Man and Biosphere) dell’Unesco, il massimo riconoscimento per un’area naturalistica – ma anche enogastronomico, perché le eccellenze agroalimentari che qui si producono entrano a far parte dell’offerta di fruizione turistica.

L’idea di un Parco unico interregionale di oltre 130.000 ettari, più grande della Camargue, aveva un senso – continua Calderoni – perché contribuiva a valorizzare l’area da tutti i punti di vista e teneva conto delle esigenze produttive. Ma trasformare il Parco del Delta in un parco nazionale significherebbe dover rivedere completamente gli assetti produttivi del territorio. Penso soprattutto alla gestione faunistica, ma anche a nuovi divieti e criteri molto restrittivi dal punto di vista dell’utilizzo dei terreni e delle valli, con una possibile perdita di ettari coltivabili e di reddito per le aziende, da Goro a Comacchio. Credo occorra – conclude il coordinatore provinciale di Agrinsieme -, come hanno già sottolineato il sindaco di Comacchio e la consigliera regionale Marcella Zappaterra, un tavolo di confronto con il Ministero, perché la decisione venga condivisa, così come sono sempre state condivise le scelte fatte sino ad ora e si possano trovare le condizioni per non bloccare i progetti in corso, che puntano alla massima valorizzazione ambientale, sociale ed economica del Delta del Po.”

Per l’agricoltura del futuro occorre un distretto dell’agroalimentare ferrarese

Il settore agricolo cresce nella provincia di Ferrara, in controtendenza rispetto al trend economico generale che vede il saldo negativo tra apertura (333) e chiusura delle imprese (350). Secondo i dati diffusi dalla Camera di Commercio di Ferrara – elaborazione di dati InfoCamere e Movimprese – nel periodo luglio-settembre, infatti, l’agricoltura ha registrato un aumento delle aziende, che sul territorio sono adesso 7.787. Una situazione, quella dell’economia ferrarese, unica nella nostra Regione perché in tutte le altre province prevalgono, in generale, le aperture di nuove attività rispetto alle cessazioni.

Secondo Cia – Agricoltori Italiani Ferrara, le aziende agricole sono un patrimonio capace di trascinare l’intera economia del territorio, ma si tratta di un patrimonio che va “distrettualizzato”, e deve dialogare con altri comparti, come spiega il presidente provinciale Stefano Calderoni.

“Leggendo i dati relativi all’andamento del settore agricolo – commenta Calderoni – sarebbe facile pensare che la nostra agricoltura, tutto sommato, gode di buona salute, perché è sostanzialmente stabile e in leggera crescita. Ma l’apertura di nuove aziende agricole, per quando importante e positiva, non basta da sola a rilanciarla. Perché la nuova azienda, magari condotta da un giovane agricoltore, si troverà comunque a lavorare in un sistema “vecchio”, dove l’impegno profuso a coltivare e commercializzare prodotti di qualità non basta più.

Serve, invece, un vero e profondo cambiamento di contesto, nel quale l’agricoltura intesa come produzione non sia più “da sola”. Per questo a Cia Ferrara – continua Calderoni – pensiamo che sarebbe fondamentale creare un vero e proprio distretto dell’agroalimentare ferrarese, che integri agricoltura d’eccellenza, servizi, formazione e anche turismo. Un distretto innovativo, a forze connotazione hi-tech, che potrebbe svilupparsi grazie a una partnership con l’Università di Ferrara e startup del settore digitale – anch’esso in crescita nel ferrarese, insieme alla ristorazione – e diventare una vera e propria fucina d’innovazione. Importante sarebbe, inoltre, favorire i progetti di ricerca sull’agroalimentare e l’Alta formazione, perché non è pensabile che i giovani che vogliono specializzarsi e investire sul loro futuro in agricoltura, non trovino sul territorio dei percorsi adeguati e debbano andare in un’altra città, con il rischio che vi rimangano e portino la loro competenza altrove. Si tratta di un’operazione così importante – conclude il presidente Cia – che siamo aperti a un confronto con qualsiasi soggetto che voglia mettersi attorno a un tavolo e parlare seriamente della creazione del distretto, dall’Università ai rappresentanti politici, fino alle associazioni di categoria che sono il filo conduttore dell’economia del territorio e dovrebbero unire le forze per il bene della nostra agricoltura.”

 

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