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“Alimentiamo un circolo virtuoso: comprare italiano significa aiutare le imprese nazionali, che non chiudono e alimentano l’economia italiana”

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Coronavirus, Cia Agricoltori Italiani segnala il difficile momento per le imprese e all’orizzonte problemi nel reperire mano d’opera per raccolta e lavorazione

Criticità accentuate nel florovivaismo, un comparto che in Emilia Romagna rappresenta il 4,5% del mercato nazionale

BOLOGNA 23 MARZO 2020 – “Aiutateci ad alimentare un circolo virtuoso: se comprate italiano aiutate le imprese nazionali, che non chiudono e alimentano l’economia italiana, oltre che ad assicurare derrate per i cittadini”. È l’appello di Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori italiani dell’Emilia Romagna nel rimarcare il momento di difficoltà che sta attraversando il Paese. “È molto importante il settore primario nella produzione e fornitura di alimenti in un momento così difficile – afferma Fini – e quindi per sostenere le imprese agricole dobbiamo acquistare prodotti italiani e le aziende di trasformazione e distribuzione devono dare la priorità ai prodotti ‘made in Italy’: mai come ora il gioco di squadra può sostenere l’economia nazionale ed offrire un’azione di rilancio dell’agroalimentare italiano. Va premiato quindi il ruolo fondamentale delle imprese agricole, soprattutto in questo frangente, che chiedono collaborazione a cittadini e istituzioni: deve affrancarsi un patto di solidarietà in cui, ognuno con la propria parte, contribuisce a garantire un bene indispensabile, ovvero il cibo”.

Il presidente di Cia segnala che già alcune attività sono in grave crisi economico-finanziaria: primi fra tutti gli agriturismi, costretti alla chiusura temporanea della propria attività e registrando parecchie disdette. “Poi il settore florovivaistico, che normalmente vende l’80% di piante e fiori tra il mese di marzo e quello di maggio e si vede costretto a chiudere i battenti proprio ora, col rischio di dover eliminare la produzione. Un comparto – precisa Fini – che rappresenta il 4,5% del mercato nazionale: l’Emilia Romagna è quarta classificata tra le regioni italiane per il comparto vivaismo mentre con il 5,5% è la settima tra le regioni per il mercato di fiori e piante”.

Fini registra una notevole perdita di posti di lavoro e, paradossalmente, potrebbe essere la reperibilità di manodopera il problema principale da affrontare per le imprese agricole. “Infatti – prosegue – nei prossimi giorni e nei prossimi mesi avremo bisogno di forza lavoro per piantare, diradare e raccogliere; quegli operatori stagionali, nella maggior parte dei casi stranieri, che oggi non possono o non vogliono venire in Italia a causa della pandemia. Fini conclude con un appello: “Chiediamo alle istituzioni di snellire le procedure burocratiche di assunzione e introdurre maggiore flessibilità nei rapporti di lavoro tra aziende e dipendenti, per agevolare gli agricoltori nel reperire manodopera”.

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