Coltura della canapa industriale da fiore a rischio con Decreto legge del Consiglio dei Ministri, Cia Emilia Romagna: “un duro colpo a tante imprese giovani emiliano romagnole che hanno investito in questa coltura”

Le nuove norme mirano a limitare fortemente l’uso delle infiorescenze, anche nei casi in cui derivino da varietà legali
“Sarebbe un duro colpo a tante imprese giovani emiliano romagnole che hanno investito nella coltivazione e la commercializzazione del fiore di canapa industriale”. Lo dice Cia – agricoltori italiani dell’Emilia Romagna nel commentare il provvedimento del Consiglio dei Ministri che ha adottato un decreto legge sulla sicurezza pubblica (in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) in cui si introduce tra le varie misure, una netta inversione di rotta sulla filiera di questa essenza.
In Italia circa 23.000 occupati tra lavoratori diretti ed indiretti, appello all’assessore regionale Agricoltura Mammi affinché si favorisca un percorso partecipato, condiviso tra Governo – Regioni – operatori del settore
Il provvedimento cade proprio nei giorni in cui a Bologna dall’11 al 12 aprile si svolgerà “Indica Sativa’, una manifestazione in cui si parlerà di questa coltura e dove sono previsti intorno a 50.000 visitatori.
“Le nuove norme mirano a limitare fortemente l’uso delle infiorescenze, anche nei casi in cui derivino da varietà legali e basso contenuto di Thc (tetraidrocannabinolo, la sostanza psicotropa prodotta dai fiori di cannabis, ndr) – segnala la Cia – e rappresenta un colpo duro ad una filiera di qualità, legale, ad alto valore aggiunto e che vede in Italia circa 23.000 occupati tra lavoratori diretti ed indiretti. In Emilia Romagna sono tanti gli agricoltori, in larga parte giovani che coltivano canapa da fiore a basso livello di Thc, spesso nelle aree interne e che con tale provvedimento rischiano di dover chiudere la propria attività con pesanti ricadute sociali, ambientali e di presidio del territorio”.Cia Emilia Romagna rivolge un appello all’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi: “Apprezzeremmo se potesse avviare un confronto con il Governo nazionale – chiede il presidente della Cia – affinché si favorisca un percorso partecipato, condiviso tra Governo – Regioni – operatori del settore in grado di provare a dare un futuro alla coltivazione del fiore di canapa a basso livello di Thc”.
Se il Decreto legge dovesse ‘passare’ per la Cia si tratterebbe dell’ennesimo tentativo di condanna a morte per una filiera dalle grandi potenzialità sotto il profilo produttivo e occupazionale. “Rivolgiamo un appello anche al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida – conclude la Cia – perché si ponga definitivo rimedio con lo stralcio dell’art. 18, così come più volte sollecitato dalla Confederazione e si garantisca una regolamentazione del settore ragionevole, in linea con le normative Ue e gli interessi economici del Paese. Il provvedimento, infatti, se confermato in un decreto, avrebbe l’effetto immediato di mandare letteralmente in fumo una filiera”.