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Cimice asiatica: il 18 settembre gli agricoltori davanti alla Prefettura di Modena

Notari alla Prefettura
Cimice asiatica, a rischio oltre 6200 ettari di pereto: il 18 settembre un presidio di agricoltori davanti alla Prefettura di Modena promosso dalle Organizzazioni agricole per sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sulla grave crisi del settore frutticolo minacciato da parassiti, eventi climatici disastrosi e prezzi troppo bassi

I rappresentanti delle Organizzazioni sono stati ricevuti dal prefetto, Maria Patrizia Paba, alla quale è stato consegnato un documento in cui sono segnalate le gravi emergenze agricole

Cimice asiatica, a rischio oltre 6200 ettari di pereto nel modenese, la seconda principale produttrice nazionale dopo Ferrara: il 18 settembre un presidio di agricoltori si è recato davanti alla Prefettura di Modena per sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sulla grave crisi del settore frutticolo minacciato da parassiti, eventi climatici disastrosi e prezzi troppo bassi. L’iniziativa è stata promossa dalle Organizzazioni agricole CIA e CONFAGRICOLTURA e le centrali coop CONFCOOPERATIVE e LEGACOOP dopo un’annata agricola che ha visto praticamente dimezzarsi le quotazioni all’origine e le produzioni. I promotori sono stati ricevuti dal prefetto, Maria Patrizia Paba, alla quale è stato consegnato un documento in cui sono segnalate le gravi emergenze agricole.

“Cimice asiatica, eventi climatici disastrosi e prezzi troppo bassi hanno messo in ginocchio la nostra agricoltura – hanno spiegato i promotori – occorre quindi affrontare rapidamente l’emergenza della cimice asiatica accelerando con la diffusione dell’antagonista naturale, ovvero la vespa samurai, per il cui utilizzo è recentemente arrivato il via libera in Gazzetta Ufficiale, DPR del 05/09/2019. In questa situazione non si possono aspettare 6 mesi per avere le linee guida del Ministero dell’Ambiente, anche 6 settimane sono troppe e non abbiamo nemmeno bisogno di una nuova Commissione in quanto c’è già quella sui fitofarmaci. Si chiede inoltre di tenere attive le molecole in scadenza al 01/01/2020 lavorando al contempo per stanziare risorse per risarcire i numerosissimi agricoltori danneggiati, andando a intervenire sulla normativa europea che vieta gli aiuti di stato per le calamità ‘non da quarantena’. Non va infatti dimenticato che stiamo parlando di un insetto che ha già causato danni che superano i 200 milioni di euro e che, se non si interviene rapidamente, rischia concretamente di espandersi nelle regioni limitrofe. Parliamo di una seria problematica, che è paragonabile per danni e per diffusione solo all’epidemia di Xylella fastidiosa in Puglia”. Gli agricoltori hanno quindi chiesto “un Piano nazionale straordinario che promuova e sostenga gli interventi necessari a difendere le produzioni e lo sviluppo di tutte le azioni possibili affinché si ristabiliscano al più presto le condizioni di equilibrio dell’agroecosistema”, con l’auspicio di ottenere in fretta un “supporto economico pluriennale per le aziende agricole gravemente danneggiate dall’insetto”, come si legge nel documento indirizzato al Prefetto di Modena , Maria Patrizia Paba, che porta la firma delle Organizzazioni sindacali agricole Confagricoltura, Cia, Confcooperative e Legacoop.

Il flagello ha devastato i frutteti (pero, melo e pesco; persino ciliegio, albicocco, kiwi e susino), ma anche altre colture quali soia e sorgo. “I danni sono gravissimi; nel conferimento di pere si stimano riduzioni del 70% rispetto all’anno precedente”. Non solo. “Pesanti sono le perdite quanti-qualitative delle produzioni, con conseguenze pesantissime per le singole filiere e forti ricadute sociali. È a rischio l’intero indotto e la sua occupazione”, cita il testo scritto dalle Organizzazioni agricole.

Si ritiene necessaria una strategia nazionale e/o europea. Tra le richieste avanzate al Governo, oltre all’adozione di un Piano straordinario per l’erogazione di indennizzi, “l’Emilia-Romagna chiede di dare una accelerazione all’autorizzazione al lancio e alla diffusione nell’ambiente della vespa samurai, con la pubblicazione delle modifiche della Direttiva Habitat, l’attivazione di procedure semplificate per l’autorizzazione all’immissione dell’antagonista; per una opportuna tempestività si propone in merito alla commissione di valutazione di farla coincidere con il comitato nazionale fitosanitario; e si auspica una forte azione di coordinamento del Ministero dell’Agricoltura per la ricerca e stanziamento di risorse adeguate dedicate al Crea-DC”. E ancora si ritengono necessari “correttivi alle clausole di salvaguardia per le Op che non raggiungono il valore minimo a causa del calo di fatturato dipendente da questa emergenza fitosanitaria; come anche l’attivazione di ammortizzatori sociali e l’impegno a prorogare per il 2020 l’uso delle molecole chimiche che seppur non risolutive si sono dimostrate parzialmente efficaci nella loro azione di difesa”.

Sul versante europeo, le richieste puntano “a una maggiorazione della dotazione delle OCM-Organizzazione comune di mercato, per quanto concerne le politiche europee per la gestione dei mercati, al fine di creare fondi mutualistici per compensare i crescenti danni; al finanziamento di progetti di ricerca dedicati alle strategie di contrasto e di coesistenza con la cimice, in collegamento con le altre esperienze internazionali, soprattutto americane”. Ci si attende infine un cambiamento negli orientamenti comunitari: bisogna considerare nel calcolo della soglia minima necessaria per attivare gli aiuti di stato il cumulo dei danni causati da eventi calamitosi che si verificano nell’arco della stagione agricola.

  

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