REGGIO EMILIA

COMUNICATI STAMPA REGGIO EMILIA

CIA per assetto territorio e contro siccità: si prendano in carico invasi ex Enel (come il Lagastrello) e in montagna incentivare laghetti e pozzi

Il focus su agricoltori custodi suolo ha presentato queste ed altre proposte – Nel 2017 persa produzione causa siccità per quasi 17 milioni euro – 200mila euro è stato il costo causato dalle nutrie ai canali

Sia la Regione in prima persona a prendere in carico gli invasi appenninici dismessi da Enel (Lagastrello ed altri) per garantire un riserva d’acqua in caso si ripetano siccità come lo scorso anno. E’ una delle proposte scaturite da CIA – Agricoltori Italiani di Reggio Emilia nel convegno tenuto al Tecnopolo su “Il ruolo dell’agricoltura fra dissesto idrogeologico e siccità”, che ha incentrato il focus sugli agricoltori come custodi del suolo. A concludere i lavori è stato il presidente nazionale Dino Scanavino, che ha ricordato – come già il presidente provinciale Antenore Cervi nell’introdurre la giornata –  che il territorio ed il paesaggio sono da tempo al centro dei programmi dell’associazione, in una visione dell’agricoltura plurifunzionale -; lo sarà anche in futuro, insieme alla gestione delle situazioni sociali nelle aree più vulnerabili come quelle collinari e montane, che sono fondamentali anche per la sicurezza dei territori di pianura.

Alcune delle altre proposte sono state, oltre allo studio di fattibilità integrato per un invaso in val d’Enza, come da documento del tavolo tecnico regionale, sottoscritto anche da CIA presso la Provincia, la richiesta di eventuali Deroghe al DMV dell’Enza in caso di situazioni difficili – richiesta presentata un mese fa da CIA e dal Consorzio di bonifica Emilia Centrale nei giorni scorsi -, accordi per un uso razionale della risorsa idrica, incremento dell’efficienza delle reti civili ed irrigue, rimpinguamento delle falde. Per l’area montana, si è chiesto di incentivare maggiormente (i fondi proverrebbero dal PSR – Piano regionale di sviluppo rurale) la realizzazione di laghetti aziendali per costituire riserve d’acqua e di pozzi, autorizzandoli senza balzelli. Inoltre, si è ipotizzato di prevedere incentivi (attingendo ancora al PSR) alla reintroduzione di buone pratiche agricole tradizionali nella lavorazione dei campi, tese a prevenire fenomeni di dissesto del terreno in caso di forti precipitazioni.

Tra i dati interessanti emersi, i danni della siccità 2017 alle attività agricole che nell’area delimitata per la calamità, sfiora i 17 milioni di euro ed ha inciso per oltre il 20% del valore della Plv (Produzione lorda) di quel territorio. Ancora per lo scorso anno, al consorzio di bonifica sono costati 200mila euro gl’interventi per il ripristino di argini collassati causa la presenza di tane delle nutrie.

Un complesso di proposte, quelle riportate in precedenza ed altre per un uso razionale e per il risparmio della risorsa idrica, scaturite da analisi e riflessioni svolte nel territorio provinciale e presentate in quest’occasione dal responsabile della zona val d’Enza Antonio Senza e dal presidente della zona montana Ercole Lodi. Sono intervenuti inoltre rappresentanti istituzionali: il presidente della Provincia di Reggio Giammaria Manghi, il rappresentante la Regione Nicola Dall’Olio ed il presidente del coordinamento regionale di volontariato della Protezione Civile Volmer Bonini. Di alta qualità inoltre sono stati i contributi tecnici del direttore operativo irrigazione del Consorzio bonifica Emilia Centrale Paola Zanetti che ha illustrato i dati sulla val d’Enza che hanno portato al documento approvato dal Tavolo tecnico regionale già citato, e del direttore del Consorzio fitosanitario provinciale Luca Casoli che ha illustrato i dati meteo della provincia che segnalano eventi sempre più estremi ed i riflessi registrati sulle colture.

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