Crediti d’imposta non compensabili: un colpo all’innovazione
La Legge di Bilancio 2026 elimina la possibilità di compensare i crediti derivanti da investimenti in tecnologie 4.0 e 5.0. Una misura che colpisce economicamente chi ha investito per innovare
IMOLA, 5 novembre 2025 – “Frenare l’innovazione e scoraggiare le nuove generazioni di imprenditori agricoli che hanno scelto di investire nel settore, nonostante la crisi”. Luana Tampieri, presidente di Cia–Agricoltori Italiani Imola dà voce alla forte preoccupazione delle aziende agricole per la bozza della Legge di Bilancio 2026 dove viene indicato – nell’art. 26 – che a partire dal 1° luglio del prossimo anno non sarà più possibile compensare i crediti d’imposta, maturati nell’ambito del piano Transizione 4.0 e 5.0, con i contributi Inps.
“È una scelta che noi contestiamo in maniera decisa – osserva Tampieri – perché rischia di avere ripercussioni concrete sulla tenuta economica delle aziende più innovative. Le imprese agricole che hanno investito in digitalizzazione e ammodernamento lo hanno fatto contando su un ritorno in termini fiscali e quindi su numeri precisi. Modificarli in corsa significa minare la fiducia e rallentare il processo di modernizzazione di cui il settore ha urgente bisogno”.
Secondo la presidente di Cia Imola, la misura colpisce in particolare le realtà più giovani e dinamiche. “Molti giovani agricoltori hanno scommesso sul futuro, investendo in macchinari e tecnologie per rendere le proprie aziende più efficienti e sostenibili. Ora si trovano davanti a un cambio di regole che rischia di compromettere i loro piani di crescita. È un segnale scoraggiante per chi vuole innovare e portare nuova linfa all’agricoltura italiana”.
Tampieri evidenzia inoltre come l’incertezza normativa continui a rappresentare uno dei principali ostacoli allo sviluppo del settore. “Non è accettabile che le imprese agricole debbano operare in un clima di continua instabilità, tra continue riduzioni dei contributi derivanti dalla PAC e modifiche alle agevolazioni fiscali, per non parlare delle speculazioni di mercato. Ogni taglio o rinvio si traduce in un peso aggiuntivo per aziende che già oggi faticano a mantenere la redditività”.
Cia–Agricoltori Italiani Imola chiede quindi un intervento immediato del Parlamento per correggere la norma e tutelare le imprese agricole del territorio. “A livello nazionale – spiega Tampieri – Cia ha predisposto un documento con tre priorità: rifinanziare il Fondo per le filiere agricole e per la gestione delle crisi di mercato; destinare nuovi investimenti ai comparti più in difficoltà, come quello cerealicolo; e prorogare il rifinanziamento della Zes Agricola, insieme a sostegni mirati contro fitopatie ed epizoozie e a maggiori risorse sul programma ‘Più impresa’ a favore di giovani e donne. Continueremo a difendere con forza la competitività e l’innovazione delle nostre imprese, perché solo così l’agricoltura potrà guardare al futuro con fiducia”.