L’importanza delle piccole produzioni locali per vendita diretta e trasformazione nell’integrazione del reddito
Giuseppe Romagnoli
Morfasso (Piacenza) – Le cosiddette Piccole produzioni locali (Ppl) rappresentano una realtà ormai consolidata in numerose regioni italiane ed in particolare nei territori collinari e montani.
Ecco perché l’approvazione definitiva del ddl per la valorizzazione delle piccole produzioni agroalimentari di origine locale è una buona notizia per le micro e piccole imprese, spesso a conduzione famigliare, fondamentale per il made in Italy d’eccellenza e le Aree Interne del nostro Paese.
La Cia di Piacenza ha organizzato un incontro presso la Sala riunioni dell’edificio scolastico di Morfasso.
Dopo i saluti del sindaco, Paolo Calestani e del consigliere provinciale, Gianpaolo Maloberti, delegato all’agricoltura, caccia e pesca, sono intervenuti il sen. Gianpaolo Vallardi, presidente della Commissione agricoltura del Senato ed il consigliere regionale, Emiliano Occhi che ha trattato delle agro-energie con il giornalista Giulio Gravaghi, consulente in materia di energia.
Le conclusioni sono state affidate al sen. Pietro Pisani e al presidente della Cia di Piacenza, Fabio Girometta. Presente anche l’on. Elena Murelli.
Il sen. Gianpaolo Vallardi primo firmatario del Ddl (tra i proponenti anche il senatore piacentino Pietro Pisani) si è dichiarato particolarmente soddisfatto per questo decreto che è stato approvato all’unanimità.
“In pratica – ha spiegato -, le Ppl consentono agli agricoltori e agli allevatori la lavorazione e vendita, in ambito locale, di piccoli quantitativi di alimenti prodotti all’interno dell’azienda agricola, ovviamente nel pieno rispetto della sicurezza igienico-sanitaria. Il testo, votato prima al Senato e poi alla Camera, salvaguardia la tipicità e la tradizione locale, e fornisce un’importante integrazione al reddito per gli operatori.
Le Ppl possono comprendere le carni suine trasformate, quelle avicunicole fresche e trasformate; ed ancora i prodotti lattiero-caseari, il miele e i prodotti dell’alveare, per finire con il pane e prodotti da forno, conserve e confetture vegetali, succhi di frutta, farine, vegetali essiccati e olio d’oliva.
Nel corso degli ultimi anni sono aumentate le produzioni tipiche, di qualità e di piccole quantità, che caratterizzano alcuni ambiti territoriali e a cui sono spesso dedicate manifestazioni.
Le Ppl sono molto apprezzate dal consumatore che ha la possibilità di gustare, così, un prodotto genuino e dal sapore antico.
Il disegno di legge è volto a valorizzare al massimo il prodotto della tradizione contadina locale e traccia un percorso semplice per la commercializzazione dei prodotti agricoli, anche trasformati, di origine animale e non, dal produttore primario al consumatore finale.
La lavorazione-trasformazione dei prodotti costituisce un’esperienza sicuramente nuova per l’imprenditore agricolo, che deve conciliare i sistemi di produzione e di conservazione, i gusti e le abitudini alimentari di un consumatore moderno, con le ricette familistiche e domestiche del passato.
Le Ppl, in quanto prodotti di nicchia, hanno caratteri ben specifici che li contraddistinguono: l’origine locale della materia prima, i limiti posti alle quantità, che possono essere lavorate e quelli relativi alla circoscrizione di vendita (provincia e province confinanti). Questo disegno di legge – ha concluso Gianpaolo Vallardi – conta di portare un significativo contributo al raggiungimento di diverse finalità: l’integrazione del reddito da parte degli operatori agricoli; la scoperta di nuovi prodotti e luoghi da parte dei consumatori (turismo enogastronomico); la salvaguardia di tradizioni e culture in senso ampio, che vanno dalla gastronomia, alla salute fisica, psicologica e spirituale, alla stessa arte”.
Le norme contenute nel progetto si applicano agli imprenditori agricoli titolari di un’azienda agricola o ittica, che lavorano e vendono prodotti provenienti dalla stessa azienda. Gli imprenditori agricoli che esercitano un’attività di agriturismo possono avvalersi anche di prodotti Ppl provenienti da altre aziende agricole, purché ottenute in conformità alle disposizioni della normativa.
La proposta prevede che in etichetta debba essere indicata, in maniera chiara e leggibile, la dicitura “PPL–piccole produzioni locali”, seguita dal nome del comune o dalla provincia di produzione e dal numero di registrazione dell’attività.
È istituito un marchio il cui uso è concesso a titolo gratuito a domanda dell’interessato.
Il marchio può essere utilizzato soltanto con riferimento ai prodotti alimentari appartenenti ai Ppl e, inoltre, può essere utilizzato sia da solo che accompagnato ad altri marchi precedentemente autorizzati.
Sono individuati i requisiti strutturali dei locali destinati a questa attività, prevedendo che possano essere adoperati, per le attività di lavorazione, produzione e vendita, i locali siti nell’abitazione, compresi i vani accessori, e i locali ubicati nelle pertinenze dell’abitazione e nelle strutture agricolo-produttive dell’imprenditore agricolo o ittico, senza obbligo di cambio di destinazione d’uso, aerati naturalmente e adeguatamente illuminati.
Alle Aziende sanitarie locali territorialmente competenti, spetta il controllo dell’accertamento delle eventuali infrazioni.
“Insomma – ha poi commentato il consigliere provinciale Gianpaolo Maloberti -, una nuova ed interessante prospettiva anche per i territori montani della nostra provincia che possono vantare produzioni di grande qualità, frutto di una professionalità che va tutelata e salvaguardata, anche come presidio per questi territori”.
Territori che dovrebbero, “Poter contare – ha sostenuto il presidente Cia di Piacenza, Girometta – su un maggior sostegno per l’indispensabile ruolo di tutela ambientale che svolgono”.
Al termine del convegno è seguita la visita ad alcune aziende per discutere delle opportunità e degli sviluppi del mondo del biometano.