Alluvione: gli agricoltori in collina e nella Vallata ancora in sofferenza
IMOLA, 24 luglio 2023 – La situazione delle aziende agricole della Vallata e nelle zone collinari è ancora molto critica con le strade di accesso ai fondi agricoli inagibili e i Comuni che stanno facendo il possibile, ma sono già a corto di risorse. Il grido di allarme e di preoccupazione degli agricoltori di Cia-Agricoltori Italiani Imola arriva forte all’indirizzo di chi dovrebbe mettere in condizioni le aziende che hanno già subito danni enormi di tornare a lavorare pienamente e in sicurezza.
“Abbiamo visto scivolare via ettari di castagni secolari – spiega Monia Rontini, dell’azienda agricola “Il regno del marrone” di Castel del Rio – e ora non riusciamo a raggiungere quelli rimasti perché le strade interne sono impraticabili. In questo modo gli apparati radicali che sono stati in parte strappati via dalle frane e che potrebbero essere recuperati rischiano di seccarsi. Inoltre non siamo riusciti ancora ad effettuare gli sfalci che sono essenziali per la salute degli alberi e la successiva raccolta. Per noi sarebbe una perdita economica incalcolabile non riuscire ad accedere al castagneto per fare le necessarie lavorazioni, ma sarebbe una perdita anche per il territorio collinare che vedrebbe sparire parte del suo patrimonio castanicolo centenario”.
Se nella zona di Castel del Rio i castagneti sono in sofferenza, anche in un’altra zona collinare, quella di Fontanelice, la situazione non è migliore come racconta Severino Mazzanti. “Le frane hanno spazzato via 20 ettari coltivati, un’abitazione rurale dove alloggiava un nostro operario, purtroppo una delle vittime della catastrofe e molti mezzi agricoli. Superato lo shock e il dolore iniziale, stiamo ripristinando a nostre spese le strade interne del fondo perché non riusciamo a raggiungere la parte che si è salvata dalle frane, coltivata a cereali e a medica, che ci serve per l’allevamento. Ma si tratta di un’operazione lunga, che richiede anche perizie di stabilità da parte di un geologo e le difficoltà sono legate anche alla burocrazia. Sono consapevole, infatti, che le regole vadano seguite ma mi sarei immaginato, vista l’emergenza, un sostegno maggiore da parte degli enti pubblici e un minor carico burocratico per ottenere permessi e il via libera alla sistemazione”.
Da Fontanelice a Codrignano, cambia lo scenario e le problematiche ma le difficoltà sono altrettanto evidenti, come spiega Maurizio Zanchini: “Il mio fondo, dove coltivo frutticole e cereali, non è franato e quindi potrei addirittura dire che sono stato “fortunato” rispetto a chi non può nemmeno accedere ai terreni. Purtroppo, però, le piogge hanno provocato perdite consistenti: penso ai cereali colpiti da un fungo, il fusarium,che ha fatto scendere le rese di oltre il 50-60% sotto la media, a fronte di un prezzo speculativo che non premia più i cerealicoltori, perché tornato ai livelli del 2021-22. Anche le albicocche, quelle poche rimaste, avevano prezzi inizialmente remunerativi, poi scesi perché evidentemente si sono trovati stock esteri più convenienti. Un meccanismo che conosciamo bene, che penalizza il primario ma anche i consumatori della grande distribuzione visto che i prezzi al dettaglio di frutta e verdura sono fuori controllo. Il clima e la speculazione ci hanno messo in ginocchio, come se anche i nostri terreni fossero franati a maggio”.